Licinio, un Sannita cittadino di Venafro, introdusse l’olivo millenario nel territorio.
L’oliva Aurina è la celebratissima Licinia degli antichi, quasi aurea perché produce un olio di qualità sopraffina, abbastanza denso, con un colore simile all’oro.
La drupa presenta una figura ovale arrotondata agli estremi.
L’albero è molto alto e pieno di rami con le fibre del legno a spira, visibili anche esternamente.
L’olio è fine ed elegante al naso, evoca ricordi di oliva e mela verde, mandorla fresca e foglia di lattuga.
Risulta delicato all’assaggio, esprimendosi con misurata piccantezza, lasciando così spazio ad una gradevole e più decisa sensazione amara, con il gradito ritorno dell’aroma di mandorla.
Olio monovarietale prodotti Aurina, Sperone di Gallo e Paesana Bianca.
I Romani ritenevano l’olio prodotto a Venafro il più pregiato del mondo antico:
Plinio il Vecchio (23 d.C.-79 d.C.) Naturalis Historia:
“Nella produzione di questo genere di beni - l'olio principalmente nelle campagne dell'agro di Venafro - l'Italia si colloca al primo posto......”
Marco Terenzio Varrone (37 a.C.) De re rustica libri III:
Quale farro potrei paragonare a quello campano, quale frumento a quello pugliese, quale olio a quello di Venafro?
Marco Porcio Catone (160 a.C.) De agri cultura 160 a . C.
Catone, nel descrivere i modi di calcolare il valore dei frutti pendenti, segnalava come migliore quello usato a Venafro.
Quinto Orazio Flacco (65 a.C. - 8 a.C.) Odi; Epodi:
Orazio riferisce che Venafro era tutta verdeggiante perchè ricoperta di olivi.
Strabone (I a.C. - I d.C.) Geografia:
Strabone riferisce che ci sono alcune località, fra cui Venafro, dalle quali proviene l'olio migliore.
Lucio Giunio Moderato Columella (4 d.C.) De re rustica:
L'olivo è la più importante fra tutte le piante.